Conoscere una lingua straniera è fondamentale nel mondo del lavoro.
Fino a pochi anni or sono la conoscenza di una lingua straniera era necessaria solo a chi cercava lavoro in determinati settori (ad es. turismo, marketing, comunicazione), mentre era “un di più” per la stragrande maggioranza dei casi: i datori di lavoro o non la richiedevano o si fidavano di una “buona conoscenza dell’inglese” autocertificata sul curriculum vitae, spesso non corrispondente al vero.
Oggi le cose sono cambiate. Anche se a scuola non ce la insegnano come si dovrebbe, e all’università neppure, la buona (e non solo in teoria) conoscenza di una lingua straniera è ormai requisito base e indispensabile per accedere alla stragrande maggioranza dei lavori, dal cameriere in pizzeria al commesso di Gucci, dal marinaio al vigile urbano.
Sì, anche il vigile urbano deve conoscere una lingua straniera, perché oggi il pubblico impiego si è adeguato al mercato privato, come confermato dal recente Concorso del Comune di Napoli, in cui, alla seconda fase, in candidati devono sostenere una prova proprio in una lingua straniera.
La necessità di una lingua straniera è ancora più stringente quando si aspiri a una promozione: più salite di grado più aumenteranno le probabilità di interagire con colleghi stranieri, che voi siate uno chef o un responsabile vendite. Il che significa anche che chi conosce una lingua straniera ha maggiori possibilità di accedere a posizioni e quindi a retribuzioni migliori, come confermano tutti gli istituti di ricerca specializzati.
Spesso la lingua straniera, visto che, soprattutto in Italia, pochissimi le conoscono bene, può essere proprio l’elemento discriminante per cui, tra tanti candidati preparati e con tanti “pezzi di carta” tutti uguali, si può uscire vincenti da una selezione, alla faccia delle raccomandazioni.
Pensate non sia così? Ragionate solo su quanto un cameriere english speaking possa essere utile in una pizzeria che ambisca a salire di livello e ad avere anche una clientela straniera; o quanto un addetto commerciale english speaking di un piccola azienda artigianale possa essere utile per esplorare nuovi mercati.
Quali lingue scegliere? Beh, a meno che non vi siano motivi particolari per concentrarsi su una determinata lingua (import-export con i paesi arabi, guida turistica in America latina), la conoscenza dell’inglese è ormai un pre-requisito visto il mondo che conta (vero che gli USA sono un po’ in declino, ma sono stati affiancati dall’India - che parla inglese!). A ciò si potrebbe aggiungere una seconda lingua e questa dovrebbe essere scelta in base al tipo di lavoro che si intende fare: oltre ai grandi classici francese, spagnolo o tedesco, oggi bisogna considerare che il mondo ha cambiato i suoi equilibri per cui russo, cinese e arabo, oltre ad avere un loro fascino esotico, sono le lingue di mercati enormi in progressiva espansione.
Imparare una lingua straniera (prima, seconda o terza lingua che sia) vale certo la pena
ed è un investimento economico ad altissimo rendimento, che viene ammortizzato in poco tempo.
Pensate solo a quanto le mance dei turisti possano essere più generose di quelle della clientela del quartiere (vi è una diversa propensione al consumo), o quale sia lo stipendio di un’addetta vendite di una boutique griffata, rispetto alla sua collega della bottega anonima…
Senza contare che una lingua straniera vi permette di conoscere meglio la realtà nei viaggi che fate – così non dovrete dipendere in tutto e per tutto dal filtro della annoiata guida! Vi permette di interagire e conoscere persone interessanti, diverse da noi e quindi di arricchire la nostra vita e il nostro bagaglio di esperienze.
Infine: è vero che i bambini sono facilitati nell’apprendimento e che ci sono soggetti più o meno portati per le lingue straniere, ma… come si diceva un tempo, non è mai troppo tardi: basta mettersi in gioco, impegno, costanza e un buon insegnante.
AC